Io ho da poco finito di leggere “Quaderno proibito” di Alba De Cespedes, mi è piaciuto e lo consiglio. Mi sembra che parli di Noi, delle famiglie da cui veniamo, delle nostre nonne e madri. La protagonista, quarantenne negli anni ‘50, inizia un faticoso lavoro di introspezione grazie alla scrittura. Nel suo quaderno proibito, un diario segreto, per la prima volta scopre di sé anche ciò che non avrebbe mai voluto sapere.
Come ultimissime letture nulla di particolarmente entusiasmante da segnalare, ho però da poco terminato l'ascolto della seconda (e ultima) parte dell'audiolibro di L'arte della gioia di Goliarda Sapienza e lo consiglio vivamente. Sia come audiolibro - nella edizione emons la voce di Donatella Finocchiaro è la ciliegina sulla torta per un'opera straordinaria - sia come romanzo scritto. L'ho trovato superbo, mi sono chiesta come abbia fatto ad arrivare a trent'anni senza aver mai letto nulla di Goliarda Sapienza. Una ricostruzione interessantissima dell'Italia del Novecento, raccontata tramite la complessa storia della protagonista, e con delle analisi socio-politiche straordinarie. Entra a pieno diritto nello scaffale dei miei libri preferiti.
Sono arrivata a 42 anni senza aver letto Goliarda Sapienza e trovo che sia stata una grande mancanza anche per me incontrare questa Maestra solo ora. È una guida 💪🏼
Io l'ho già vista al cinema nel corso del Festival di Goliarda Sapienza (Bologna) ed è realizzata benissimo. Non avere timore, guardala pure! Tecla Insolia nel ruolo di Modesta è fenomenale.
Io personalmente ho amato “La casa del mago” di Emanuele Trevi. Ho recentemente perso mio padre e nel leggere il rapporto di Trevi con la casa del suo ho trovato assonanze e cura. Fun fact: nella enorme biblioteca del mio (filosofo) ho poi casualmente trovato un introvabile libro del suo (psicanalista). La storia nella storia 🙃
Ciao, io consiglio "ieri" di Agota Kristoff. A me è piaciuto anche più del suo più famoso "Trilogia della città di K.". Il capitolo sul lavoro in fabbrica mi ha ricordato quello che avete scritto nel vostro libro "Ma chi me lo fa fare?" . Poi il meraviglioso libro di Joan Didion - L'anno del pensiero magico perchè l'elaborazione del lutto è qualcosa di altamente soggettivo ed Didion riesce a dare al dolore un volto diverso! Ultimo, per differenza di genere, è Javier Marias " Berta Isla": clamoroso!
L'altra sera ho finito 'La vita di chi resta' di Matteo B. Bianchi. Un romanzo che non è un romanzo, ma nemmeno un diario. Piuttosto una testimonianza fittizia sulla sua esperienza personale del dolore vissuto a causa del suicidio del suo ex compagno. Un libro profondo, impegnativo e allo stesso tempo che vorresti e potresti leggerti in un solo colpo. Molto insightful anche sulla sua relazione con la scrittura.
Durante questi primi incontri di letture silenziose ho letto "La cena" di H.Koch e "Ipnocrazia" di Xun. Il testo di Xun è una scatola piena di porte che andrebbero aperte una alla volta, ed ogni volta con un pubblico diverso. Sicuramente lo userò per delle lezioni nei miei corsi del secondo semestre con gli studenti del triennio. Magari riuscirò a condividere delle riflessioni collettive. Il libro di Koch, che ho recuperato tardi, mi ha fatto molto male. Fisicamente. Soprattutto perché descrive una parte della società che non è più una nicchia, ma sostiene fieramente, attualmente, governi in tutta Europa. Una descrizione della violenza che mi ha causato una forte nausea. Ma lo consiglio.
Ciao! Grazie di questi spazi, Maura. Il mio consiglio di lettura è "Dove non mi hai portata" di Calandrone. È un romanzo recente, ma già un testo a cui tornare e tornare e tornare...
Nel corso della diretta di ieri sera qualcuno scriveva di migrazioni. A tale proposito suggerisco di leggere "Bilal" di Fabrizio Gatti. Gatti, che allora scriveva per l'Espresso (credo), percorre tutta la strada attraverso il Sahara fino al confine con la Libia come se fosse un migrante e racconta ciò che vede e gli succede. Poi si fa trovare al largo di Lampedusa (si presenta come Bilal El Habib, curdo, da cui il titolo del libro) viene raccolto e portato nel centro di "raccolta" di Lampedusa appunto e documenta ciò che vede, sente e gli capita. In Puglia sempre sotto altro nome va a raccogliere i pomodori e nel Nord Italia a costruire l'alta velocità, sempre con altro nome. E racconta. Il libro è stato pubblicato quasi vent'anni fa ma credo sia ancora molto attuale.
Io sto leggendo "La trappola identitaria" di Yascha Mounk. Quasi finito. Un bel libro che ripercorre gli ultimi 60 anni del pensiero della sinistra progressista, di come questo sia finito in un vicolo cieco con caratteristiche ideologiche che sembrano talvolta (paradossalmente) di estrema destra, e indaga le ragioni della nascita del fenomeno wokeism negli USA (luci e ombre) , come viene percepito e che impatto reale ha sulle società occidentali. L' ho trovato intellettualmente onesto perché oltre a concedere tutto quanto di buono ha fatto la sinistra mette in luce i pericoli del rispondere e "reagire" alle destre populiste con gli stessi mezzi, finendo per diventare proprio ciò contro cui si sta combattendo. Se Maura o Andrea o qualcuno di voi lo ha letto o lo leggerà mi interesserebbe tanto la vostra opinione a riguardo, grazie 😊
Due recenti letture: la prima ‘Il calamaro gigante’ di Fabio Genovesi, ascoltata prevalentemente in audiolibro letto dall’Autore, é stata divertente, tenera ed anche informativa poiché di alcuni personaggi storici citati non conoscevo nemmeno l’esistenza. Ascoltare con l’accento toscano dell’Autore è stato un plus🙂
La seconda, ancora in corso, è totalmente diversa, molto più complessa ma stupefacente per la costruzione della trama, la profondità dei temi trattati e la ‘preveggenza’ dell’Autore: “Underworld” di Don Delillo…di Delillo imperdibile, secondo me, “Rumore bianco”.
Negli ultimi mesi ho finalmente letto un libro che volevo leggere da un po' e cioè: "I versi Satanici" di Salman Rushdie, è sicuramente il suo romanzo più complesso ed articolato che ho letto fin ora, ma adesso capisco perché alcuni lo definiscono il suo capolavoro. Ad un certo punto ho realizzato che mi ricordava un altro libro, uno dei miei libri preferiti è poi ho scoperto che ne era una riscrittura, il che me lo ha reso se possibile ancora più interessante.
Ho finito da pochissimo “Un’educazione sentimentale” di André Aciman. Un memoir in cui c’è tutto un anno vissuto a Roma nei suoi 17 anni attorno a via Clelia e Villa Lazzaroni. Questa esperienza (erano profughi ebrei scappati dall’Egitto di Nasser) ha gettato le basi per tutta la sua bibliografia. Ci si ritrova molto del suo Elio Pearlman e delle atmosfere di “Chiamami col tuo nome”. Un memoir, ma anche romanzo di formazione, dove lo stile di Aciman si esprime al meglio. Acquerellando i ricordi, lo scrittore ripercorre un periodo di passaggio che ha segnato indelebilmente il suo percorso di vita.
Ho terminato da poco due libri bellissimi. Il primo è "Amici di una vita" di Hisham Matar, la storia di tre amici libici esiliati a Londra durante il regime di Gheddafi. I temi sono l'amicizia, l'esilio e la ricerca di appartenenza, oltre a una riflessione profonda sulla fragilità dei legami e sull'impatto della storia sulle nostre vite. La commozione è dietro l'angolo, la malinconia aleggia in tutto il testo. Il secondo è il giorno dell'ape di Paul Murray, l'ho terminato ieri sera e mi sento ancora completamente immersa. L'autore racconta la storia di una famiglia attraverso i quattro punti di vista dei componenti e per ognuno di essi utilizza lessico e sintassi specifici, per ogni personaggio il ritmo è diverso. La storia è ricca, ci sono moltissimi spunti di riflessione e sopratutto è intessuto di un parallelismo tra la storia personale dei personaggi e la "questione ecologista". La metafore dell'ape e del velo si dipana in tutta la storia. Viene proposto come un libro a tratti comico o ironico, per me è tragico e ha qualcosa di shakespeariano. Buona lettura.
Il racconto o il romanzo? Ho sentito dire che sono bellissimi entrambi, ma che il racconto, proprio perché più breve, colpisce più in profondità…. per questo sono indecisa su quale leggere per primo.
Io ho letto il romanzo. Ma è talmente coinvolgente che neanche te ne accorgi. Ed entra talmente in profondità che, almeno a me è successo, ti ritrovi a piangere di commozione…
Leggere insieme è ‘stato davvero bello perché si percepisce il senso di comunità ma anche diventa motivo per mantener grande concentrazione . Io ho letto Circe , mi ha “fatto bene “ perché è certamente una interpretazione diversa di questa figura (un po’ come ci avete allenati a fare voi ) ma mi ha anche permesso di spostare la mente da una fase di vita piuttosto complessa .
Io ho da poco finito di leggere “Quaderno proibito” di Alba De Cespedes, mi è piaciuto e lo consiglio. Mi sembra che parli di Noi, delle famiglie da cui veniamo, delle nostre nonne e madri. La protagonista, quarantenne negli anni ‘50, inizia un faticoso lavoro di introspezione grazie alla scrittura. Nel suo quaderno proibito, un diario segreto, per la prima volta scopre di sé anche ciò che non avrebbe mai voluto sapere.
incredibile come io sia riuscita ad identificarmi in quel libro, e abbia persino provato un po' di vergogna
Come ultimissime letture nulla di particolarmente entusiasmante da segnalare, ho però da poco terminato l'ascolto della seconda (e ultima) parte dell'audiolibro di L'arte della gioia di Goliarda Sapienza e lo consiglio vivamente. Sia come audiolibro - nella edizione emons la voce di Donatella Finocchiaro è la ciliegina sulla torta per un'opera straordinaria - sia come romanzo scritto. L'ho trovato superbo, mi sono chiesta come abbia fatto ad arrivare a trent'anni senza aver mai letto nulla di Goliarda Sapienza. Una ricostruzione interessantissima dell'Italia del Novecento, raccontata tramite la complessa storia della protagonista, e con delle analisi socio-politiche straordinarie. Entra a pieno diritto nello scaffale dei miei libri preferiti.
A stasera per la prossima lettura silenziosa!
Sono arrivata a 42 anni senza aver letto Goliarda Sapienza e trovo che sia stata una grande mancanza anche per me incontrare questa Maestra solo ora. È una guida 💪🏼
L' arte della gioia è meraviglioso! Uno dei miei libri preferiti, sono davvero, davvero indecisa se guardare la serie su Sky tu che farai?
Io l'ho già vista al cinema nel corso del Festival di Goliarda Sapienza (Bologna) ed è realizzata benissimo. Non avere timore, guardala pure! Tecla Insolia nel ruolo di Modesta è fenomenale.
Io personalmente ho amato “La casa del mago” di Emanuele Trevi. Ho recentemente perso mio padre e nel leggere il rapporto di Trevi con la casa del suo ho trovato assonanze e cura. Fun fact: nella enorme biblioteca del mio (filosofo) ho poi casualmente trovato un introvabile libro del suo (psicanalista). La storia nella storia 🙃
Anche io! Bellissimoooooo
Ciao, io consiglio "ieri" di Agota Kristoff. A me è piaciuto anche più del suo più famoso "Trilogia della città di K.". Il capitolo sul lavoro in fabbrica mi ha ricordato quello che avete scritto nel vostro libro "Ma chi me lo fa fare?" . Poi il meraviglioso libro di Joan Didion - L'anno del pensiero magico perchè l'elaborazione del lutto è qualcosa di altamente soggettivo ed Didion riesce a dare al dolore un volto diverso! Ultimo, per differenza di genere, è Javier Marias " Berta Isla": clamoroso!
“Berta Isla” lo ho in libreria ancora da leggere
Stupendo "L'anno del pensiero magico". Letto dopo aver perso mia madre per tumore nel 2012 ora lo consiglio ai miei pazienti in terapia.
L'altra sera ho finito 'La vita di chi resta' di Matteo B. Bianchi. Un romanzo che non è un romanzo, ma nemmeno un diario. Piuttosto una testimonianza fittizia sulla sua esperienza personale del dolore vissuto a causa del suicidio del suo ex compagno. Un libro profondo, impegnativo e allo stesso tempo che vorresti e potresti leggerti in un solo colpo. Molto insightful anche sulla sua relazione con la scrittura.
Durante questi primi incontri di letture silenziose ho letto "La cena" di H.Koch e "Ipnocrazia" di Xun. Il testo di Xun è una scatola piena di porte che andrebbero aperte una alla volta, ed ogni volta con un pubblico diverso. Sicuramente lo userò per delle lezioni nei miei corsi del secondo semestre con gli studenti del triennio. Magari riuscirò a condividere delle riflessioni collettive. Il libro di Koch, che ho recuperato tardi, mi ha fatto molto male. Fisicamente. Soprattutto perché descrive una parte della società che non è più una nicchia, ma sostiene fieramente, attualmente, governi in tutta Europa. Una descrizione della violenza che mi ha causato una forte nausea. Ma lo consiglio.
Ciao! Grazie di questi spazi, Maura. Il mio consiglio di lettura è "Dove non mi hai portata" di Calandrone. È un romanzo recente, ma già un testo a cui tornare e tornare e tornare...
Nel corso della diretta di ieri sera qualcuno scriveva di migrazioni. A tale proposito suggerisco di leggere "Bilal" di Fabrizio Gatti. Gatti, che allora scriveva per l'Espresso (credo), percorre tutta la strada attraverso il Sahara fino al confine con la Libia come se fosse un migrante e racconta ciò che vede e gli succede. Poi si fa trovare al largo di Lampedusa (si presenta come Bilal El Habib, curdo, da cui il titolo del libro) viene raccolto e portato nel centro di "raccolta" di Lampedusa appunto e documenta ciò che vede, sente e gli capita. In Puglia sempre sotto altro nome va a raccogliere i pomodori e nel Nord Italia a costruire l'alta velocità, sempre con altro nome. E racconta. Il libro è stato pubblicato quasi vent'anni fa ma credo sia ancora molto attuale.
Io sto leggendo "La trappola identitaria" di Yascha Mounk. Quasi finito. Un bel libro che ripercorre gli ultimi 60 anni del pensiero della sinistra progressista, di come questo sia finito in un vicolo cieco con caratteristiche ideologiche che sembrano talvolta (paradossalmente) di estrema destra, e indaga le ragioni della nascita del fenomeno wokeism negli USA (luci e ombre) , come viene percepito e che impatto reale ha sulle società occidentali. L' ho trovato intellettualmente onesto perché oltre a concedere tutto quanto di buono ha fatto la sinistra mette in luce i pericoli del rispondere e "reagire" alle destre populiste con gli stessi mezzi, finendo per diventare proprio ciò contro cui si sta combattendo. Se Maura o Andrea o qualcuno di voi lo ha letto o lo leggerà mi interesserebbe tanto la vostra opinione a riguardo, grazie 😊
Grazie, lo cerco.
Due recenti letture: la prima ‘Il calamaro gigante’ di Fabio Genovesi, ascoltata prevalentemente in audiolibro letto dall’Autore, é stata divertente, tenera ed anche informativa poiché di alcuni personaggi storici citati non conoscevo nemmeno l’esistenza. Ascoltare con l’accento toscano dell’Autore è stato un plus🙂
La seconda, ancora in corso, è totalmente diversa, molto più complessa ma stupefacente per la costruzione della trama, la profondità dei temi trattati e la ‘preveggenza’ dell’Autore: “Underworld” di Don Delillo…di Delillo imperdibile, secondo me, “Rumore bianco”.
De Lillo immenso 🥰
Negli ultimi mesi ho finalmente letto un libro che volevo leggere da un po' e cioè: "I versi Satanici" di Salman Rushdie, è sicuramente il suo romanzo più complesso ed articolato che ho letto fin ora, ma adesso capisco perché alcuni lo definiscono il suo capolavoro. Ad un certo punto ho realizzato che mi ricordava un altro libro, uno dei miei libri preferiti è poi ho scoperto che ne era una riscrittura, il che me lo ha reso se possibile ancora più interessante.
Ho finito da pochissimo “Un’educazione sentimentale” di André Aciman. Un memoir in cui c’è tutto un anno vissuto a Roma nei suoi 17 anni attorno a via Clelia e Villa Lazzaroni. Questa esperienza (erano profughi ebrei scappati dall’Egitto di Nasser) ha gettato le basi per tutta la sua bibliografia. Ci si ritrova molto del suo Elio Pearlman e delle atmosfere di “Chiamami col tuo nome”. Un memoir, ma anche romanzo di formazione, dove lo stile di Aciman si esprime al meglio. Acquerellando i ricordi, lo scrittore ripercorre un periodo di passaggio che ha segnato indelebilmente il suo percorso di vita.
Ho terminato da poco due libri bellissimi. Il primo è "Amici di una vita" di Hisham Matar, la storia di tre amici libici esiliati a Londra durante il regime di Gheddafi. I temi sono l'amicizia, l'esilio e la ricerca di appartenenza, oltre a una riflessione profonda sulla fragilità dei legami e sull'impatto della storia sulle nostre vite. La commozione è dietro l'angolo, la malinconia aleggia in tutto il testo. Il secondo è il giorno dell'ape di Paul Murray, l'ho terminato ieri sera e mi sento ancora completamente immersa. L'autore racconta la storia di una famiglia attraverso i quattro punti di vista dei componenti e per ognuno di essi utilizza lessico e sintassi specifici, per ogni personaggio il ritmo è diverso. La storia è ricca, ci sono moltissimi spunti di riflessione e sopratutto è intessuto di un parallelismo tra la storia personale dei personaggi e la "questione ecologista". La metafore dell'ape e del velo si dipana in tutta la storia. Viene proposto come un libro a tratti comico o ironico, per me è tragico e ha qualcosa di shakespeariano. Buona lettura.
Wow, "Amici di una vita" sembra proprio bello, lo leggerò grazie 😊
“Fiori per Algernon” di Keyes. Meraviglioso, struggente, geniale.
Il racconto o il romanzo? Ho sentito dire che sono bellissimi entrambi, ma che il racconto, proprio perché più breve, colpisce più in profondità…. per questo sono indecisa su quale leggere per primo.
Io ho letto il romanzo. Ma è talmente coinvolgente che neanche te ne accorgi. Ed entra talmente in profondità che, almeno a me è successo, ti ritrovi a piangere di commozione…
Leggere insieme è ‘stato davvero bello perché si percepisce il senso di comunità ma anche diventa motivo per mantener grande concentrazione . Io ho letto Circe , mi ha “fatto bene “ perché è certamente una interpretazione diversa di questa figura (un po’ come ci avete allenati a fare voi ) ma mi ha anche permesso di spostare la mente da una fase di vita piuttosto complessa .
Ieri sera ho terminato 'Invernale' di Dario Voltolini.
Piccolo libro ma densissimo in cui l'autore rivive gli ultimi mesi di vita del padre.
Di Voltolini avevo letto solo Pacific Palisades ed ho ritrovato quella prosa quasi poetica, dei traccianti leggeri che scavano nel profondo.
Ho ritrovato anche qualcosa di me e di mio padre, alla fine della sua esistenza.