Leggo l'articolo di Xun e mi rendo conto di quanto sia difficile resistere all'ipnosi. In questo momento mi sembra chiarissimo, ma al prossimo telegiornale la mia attenzione sarà irresistibilmente catturata dalle notizie sulla vicenda. Poi penserò a Xun e per un momento ritroverò la lucidità. Fino alle notizie della sera. E così via, avanti e indietro, dentro e fuori l'ipnosi. Che è già un bel progresso!
Se anche le accuse di insider trading sono ormai funzionali al rafforzamento del meccanismo ipnotico. Se non sembrano esserci le condizioni per una denuncia formale, come possiamo opporci? Chi potrebbe essere in grado di farlo? Come? Non prenderei in considerazione un' opposizione violenta e drammaticamente ridicola, tipo l'assalto a Capitol Hill. Noi, intendo chi non è d'accordo, cosa può fare? Scusate la semplificazione: i regimi autoritari prima o poi hanno sempre generato guerre o rivoluzioni. L'ipnocrazia a quale tipo di reazione potrebbe portare? Non me lo chiedo per cercare di prevedere un futuro imprevedibile ma per provare a immaginare un alternativa e come costruirla.
Ma questo entrare ed uscire dall’ipnosi non è come implicitamente accettare il gioco che propone Trump? Non è una resa al suo ricatto con l’utopia di poterne uscire quando si vuole? Mi ricorda molto il film Matrix.
Non credo che lui e il suo entourage si pongano limiti e quindi non si può sapere dove si spingeranno e di conseguenza ci spingeranno.
La mia reazione istintiva a un prepotente così è di isolarlo e mi amareggia che si accetti questa nuova versione del mondo così come niente fosse 😞
L’articolo che citi dice appunto che le opinioni sono diverse secondo gli economisti (che è quello che tiene tutti col fiato sospeso in attesa della sua prossima mossa). Non è che nella newsletter si dica l’ultima parola sulle ragioni per cui lo fa, comunque, perché l’accento è altrove. I punti importanti su cui forse si può essere d’accordo in questo momento sono due: Trump non è “pazzo”, attribuirgli follia significa sottostimare quello che sta facendo e rifiutare di vedere un piano, ma semplicemente stare in attesa o sentirsi impotenti; reagire ogni volta a quello che dice facendo leva sulla scorrettezza lo rafforza e basta, quindi sulla scena rimane solo lui, e chi vuole proporre un’alternativa (sia in USA sia fuori) non può pensare che l’indignazione possa essere efficace. Non si tratta di non dirlo, ma di disinnescare l’effetto che ha.
Pienamente d’accordo sull’inutilità di reagire ogni volta a quello che dice facendo leva sulla scorrettezza: non dimentico che così facendo ci siamo tenuti Silvione al potere per un ventennio. Nè penso che Trump sia un pazzo, lo ritengo l’ennesimo monarca assoluto wannabe circondato da una corte adorante e che gioca a spostare continuamente i confini del suo potere. Solo non lo vedo come un piano. Diverso può essere il punto di vista degli oligarchi delle big tech ai quali, per inciso, stiamo regalando le nostre vite da, boh, 15 anni?
Buondì! Vorrei condividere un personale dubbio su questo. Non sull’effetto ipnocratico ma sulla strategia (se ho ben inteso quanto scritto da Xun).
Un dubbio che forse è sostenuto da un mio bias che vede Trump come un individuo brutale, speculatore e privo di scrupoli. E non particolarmente raffinato nel suo pensiero.
La domanda che mi faccio è (ci provo perché nel mentre scrivo si aprono altri dubbi nella mia testa): ma siamo sicuri che questo sia stato studiato a tavolino (nel senso ipnocratico del termine e non nel senso speculativo, per il quale è quasi una certezza), o non sia invece un risultato (neanche particolarmente cercato, visto - altro mio bias - il suo egocentrismo) del suo muoversi e comunicare?
Perché che l’intorno sia in trance e/o instupidito è abbastanza evidente, ma che questo mandare in trance sia scientificamente studiato a tavolino mi lascia qualche dubbio (al netto della presenza di uno Steve Bannon e/o del gruppo Project 2025 dietro le quinte).
Sul fatto che voglia creare il caos c’è tanta letteratura, anche in relazione alle strategie dichiarate di Steve Bannon (flooding the zone with shit). L’analisi di Gary Lachman in “La Stella nera” è particolarmente utile per rispondere a questa domanda (online trovi molti video passati su questo).
Grazie davvero per l’esegesi. Come Barbara, anche io avendo un bias inizialmente, avevo visto l’azione come un grossolano errore. Alla luce dell’articolo di Xun e dei successivi commenti riesco a vederne la complessità strategica. Sento a livello personale la necessità di mantenere altissima l’attenzione e questo impatta negativamente il senso di sicurezza così importante invece per il nostro sistema nervoso. Mi spiego: navigare questa situazione confonde anche su un piano biologico l’essere umano. E questo è ancora più grave. GRAZIE
Anche io sento molta fatica. Faccio fatica a comprendere, come se stessi testando i miei limiti. Però vorrei restare “ottimista” pensando che allenandosi costantemente nel ragionamento, alla fine alla fatica subentra altro più “leggero”. Tenendo a mente che tutto questo credo sia utile per preservare la propria sanità mentale (che non è poco).
Più che una strategia studiata a tavolino, ho l'impressione che lui riesca istintivamente a creare questo tipo di ipnosi basata sulla continua oscillazione tra tensione indotta e parziale scioglimento della tensione, finalizzata a spostare il dominio della persuasione da un campo puramente razionale a quello emotivo. Il presupposto perché ciò funzioni è il fatto che la maggior parte delle persone sia inconsapevole del ruolo dell'emotività nella percezione della realtà. "Educare la mente" ad essere meno reattiva e più consapevole delle proprie reazioni emotive è qualcosa che non fa parte della cultura occidentale. È invece l'oggetto principale attorno a cui ruota la meditazione di stampo buddista. Forse potremmo prendere qualcosa da queste tradizioni millenarie che siamo abituati a considerare estranee, ma che hanno esplorato a fondo l'esperienza dell'essere coscienti.
Vero… mi fa pensare anche al “parlare alla pancia” che tanto fa presa sulle persone. E credo che questo corto circuito sia frutto anche di un progressivo aumento della superficialità (intesa come progressiva scomparsa del desiderio di approfondimento) per cui diventiamo più reattivi e meno meditativi. Grazie.
Leggo l'articolo di Xun e mi rendo conto di quanto sia difficile resistere all'ipnosi. In questo momento mi sembra chiarissimo, ma al prossimo telegiornale la mia attenzione sarà irresistibilmente catturata dalle notizie sulla vicenda. Poi penserò a Xun e per un momento ritroverò la lucidità. Fino alle notizie della sera. E così via, avanti e indietro, dentro e fuori l'ipnosi. Che è già un bel progresso!
Se anche le accuse di insider trading sono ormai funzionali al rafforzamento del meccanismo ipnotico. Se non sembrano esserci le condizioni per una denuncia formale, come possiamo opporci? Chi potrebbe essere in grado di farlo? Come? Non prenderei in considerazione un' opposizione violenta e drammaticamente ridicola, tipo l'assalto a Capitol Hill. Noi, intendo chi non è d'accordo, cosa può fare? Scusate la semplificazione: i regimi autoritari prima o poi hanno sempre generato guerre o rivoluzioni. L'ipnocrazia a quale tipo di reazione potrebbe portare? Non me lo chiedo per cercare di prevedere un futuro imprevedibile ma per provare a immaginare un alternativa e come costruirla.
Ma questo entrare ed uscire dall’ipnosi non è come implicitamente accettare il gioco che propone Trump? Non è una resa al suo ricatto con l’utopia di poterne uscire quando si vuole? Mi ricorda molto il film Matrix.
Non credo che lui e il suo entourage si pongano limiti e quindi non si può sapere dove si spingeranno e di conseguenza ci spingeranno.
La mia reazione istintiva a un prepotente così è di isolarlo e mi amareggia che si accetti questa nuova versione del mondo così come niente fosse 😞
Esegesi interessante. Personalmente non la condivido. Fatico ad attribuire a Trump e al suo entourage questa finezza strategica. Segnalo una lettura in merito: https://www.ilpost.it/2025/04/08/trump-dazi-motivazioni-piani/
L’articolo che citi dice appunto che le opinioni sono diverse secondo gli economisti (che è quello che tiene tutti col fiato sospeso in attesa della sua prossima mossa). Non è che nella newsletter si dica l’ultima parola sulle ragioni per cui lo fa, comunque, perché l’accento è altrove. I punti importanti su cui forse si può essere d’accordo in questo momento sono due: Trump non è “pazzo”, attribuirgli follia significa sottostimare quello che sta facendo e rifiutare di vedere un piano, ma semplicemente stare in attesa o sentirsi impotenti; reagire ogni volta a quello che dice facendo leva sulla scorrettezza lo rafforza e basta, quindi sulla scena rimane solo lui, e chi vuole proporre un’alternativa (sia in USA sia fuori) non può pensare che l’indignazione possa essere efficace. Non si tratta di non dirlo, ma di disinnescare l’effetto che ha.
Pienamente d’accordo sull’inutilità di reagire ogni volta a quello che dice facendo leva sulla scorrettezza: non dimentico che così facendo ci siamo tenuti Silvione al potere per un ventennio. Nè penso che Trump sia un pazzo, lo ritengo l’ennesimo monarca assoluto wannabe circondato da una corte adorante e che gioca a spostare continuamente i confini del suo potere. Solo non lo vedo come un piano. Diverso può essere il punto di vista degli oligarchi delle big tech ai quali, per inciso, stiamo regalando le nostre vite da, boh, 15 anni?
Buondì! Vorrei condividere un personale dubbio su questo. Non sull’effetto ipnocratico ma sulla strategia (se ho ben inteso quanto scritto da Xun).
Un dubbio che forse è sostenuto da un mio bias che vede Trump come un individuo brutale, speculatore e privo di scrupoli. E non particolarmente raffinato nel suo pensiero.
La domanda che mi faccio è (ci provo perché nel mentre scrivo si aprono altri dubbi nella mia testa): ma siamo sicuri che questo sia stato studiato a tavolino (nel senso ipnocratico del termine e non nel senso speculativo, per il quale è quasi una certezza), o non sia invece un risultato (neanche particolarmente cercato, visto - altro mio bias - il suo egocentrismo) del suo muoversi e comunicare?
Perché che l’intorno sia in trance e/o instupidito è abbastanza evidente, ma che questo mandare in trance sia scientificamente studiato a tavolino mi lascia qualche dubbio (al netto della presenza di uno Steve Bannon e/o del gruppo Project 2025 dietro le quinte).
Grazie mille!
Sul fatto che voglia creare il caos c’è tanta letteratura, anche in relazione alle strategie dichiarate di Steve Bannon (flooding the zone with shit). L’analisi di Gary Lachman in “La Stella nera” è particolarmente utile per rispondere a questa domanda (online trovi molti video passati su questo).
Grazie davvero per l’esegesi. Come Barbara, anche io avendo un bias inizialmente, avevo visto l’azione come un grossolano errore. Alla luce dell’articolo di Xun e dei successivi commenti riesco a vederne la complessità strategica. Sento a livello personale la necessità di mantenere altissima l’attenzione e questo impatta negativamente il senso di sicurezza così importante invece per il nostro sistema nervoso. Mi spiego: navigare questa situazione confonde anche su un piano biologico l’essere umano. E questo è ancora più grave. GRAZIE
Ciao Claudia,
Anche io sento molta fatica. Faccio fatica a comprendere, come se stessi testando i miei limiti. Però vorrei restare “ottimista” pensando che allenandosi costantemente nel ragionamento, alla fine alla fatica subentra altro più “leggero”. Tenendo a mente che tutto questo credo sia utile per preservare la propria sanità mentale (che non è poco).
Grazie dei suggerimenti. “La stella nera” è uno dei libri che ho intenzione di leggere.
Più che una strategia studiata a tavolino, ho l'impressione che lui riesca istintivamente a creare questo tipo di ipnosi basata sulla continua oscillazione tra tensione indotta e parziale scioglimento della tensione, finalizzata a spostare il dominio della persuasione da un campo puramente razionale a quello emotivo. Il presupposto perché ciò funzioni è il fatto che la maggior parte delle persone sia inconsapevole del ruolo dell'emotività nella percezione della realtà. "Educare la mente" ad essere meno reattiva e più consapevole delle proprie reazioni emotive è qualcosa che non fa parte della cultura occidentale. È invece l'oggetto principale attorno a cui ruota la meditazione di stampo buddista. Forse potremmo prendere qualcosa da queste tradizioni millenarie che siamo abituati a considerare estranee, ma che hanno esplorato a fondo l'esperienza dell'essere coscienti.
Molto interessante!
Vero… mi fa pensare anche al “parlare alla pancia” che tanto fa presa sulle persone. E credo che questo corto circuito sia frutto anche di un progressivo aumento della superficialità (intesa come progressiva scomparsa del desiderio di approfondimento) per cui diventiamo più reattivi e meno meditativi. Grazie.