Welcome to TrumpGaza!
Il video allucinante appena pubblicato da Trump dimostra che Xun ha ragione, e che siamo davvero nei guai
È successo. Esattamente come Jianwei Xun aveva previsto in Ipnocrazia, con una precisione che fa accapponare la pelle. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha appena condiviso sui suoi profili ufficiali (ore 7 del mattino del 26 febbraio 2025) un video generato con l’intelligenza artificiale in cui dalle macerie tristi di Gaza si passa a una scintillante Gaza-Dubai, dove Trump e Netanyahu prendono il sole in spiaggia mentre Elon Musk sparge sulla gente banconote come fossero coriandoli.
Non è uno scivolone comunicativo. Non è un errore di valutazione. È l’incarnazione perfetta, cristallina, violentissima, di ciò che Xun chiama “trance algoritmica di massa”: lo stato in cui la distinzione tra realtà e simulazione non solo sfuma, ma viene deliberatamente abolita come irrilevante.
“L’era dell'Ipnocrazia è in pieno svolgimento”, ha scritto Xun, e questo video ne è la dimostrazione più lampante. “Trump e Musk sono i profeti di questo regime. Non sono semplicemente figure di potere: sono dispositivi narrativi. Le loro narrazioni non cercano la verità, ma lo stupore”.
E che cosa c’è di più stupefacente di un video in cui la tragedia di Gaza viene letteralmente “risolta” attraverso un tunnel magico che conduce a un paradiso dorato con le statue di Trump al centro delle piazze? La colonna sonora recita “Gold future, a brand new life”, mentre i bambini palestinesi passeggiano accanto a grattacieli scintillanti. È esattamente quella che Xun definisce “economia dell'anticipazione”: “un sistema dove il controllo viene esercitato non reprimendo la verità, ma moltiplicando le narrative fino a rendere impossibile qualsiasi punto fermo.
Il messaggio è chiaro ed è esattamente il seguente: “Noi facciamo il cazzo che ci pare. Spingiamo oltre qualunque limite. Noi giochiamo con la realtà, e facciamo saltare qualunque paletto. E voi, burocrati del bon ton, impazzite, cercando disperatamente di starci dietro”. È la manifestazione perfetta di quel fenomeno che Gary Lachman, in La Stella Nera. Magia e potere nell’era di Trump, identifica come caos magico applicato alla geopolitica - l’uso deliberato del disorientamento cognitivo e della violazione dei confini percettivi come tecnologia di potere. Ed è parte integrante dell’attuazione della teoria di Steve Bannon dell’inondazione informativa, che rappresenta forse l’articolazione più esplicita della logica ipnocratica. La sua famosa strategia di flood the zone with shit - lanciare quattro o cinque azioni o dichiarazioni oltraggiose ogni giorno - non è semplicemente una tattica mediatica: è un metodo sistematico di dissoluzione della realtà attraverso la saturazione.
Quando Bannon affermava che bisogna “travolgere i media mainstream con così tante storie che non riescano più a mantenere il focus”, stava descrivendo ciò che in Ipnocrazia Xun chiama sovraccarico ontologico: una condizione in cui la moltiplicazione delle narrative rende impossibile non solo distinguere il vero dal falso, ma mantenere qualsiasi punto di riferimento stabile.
Questo è il cuore pulsante dell’Ipnocrazia: un sistema che non rispetta alcun confine, che trasforma la tragedia in spettacolo e il dolore in merce. Non è un bug, è una feature. Non è un eccesso, è la logica intrinseca del sistema.
L’Ipnocrazia di Trump e Musk non ha bisogno di fingere rispettabilità - anzi, la sua forza risiede proprio nella sfacciataggine con cui viola ogni convenzione, ogni norma, persino i limiti del buon gusto. Il loro potere non deriva dalla capacità di convincere, ma dall’abilità di stordire, di generare vertigine, di produrre uno stato di shock permanente in cui nulla sembra più impossibile o indicibile.
Mentre noi disperatamente scriviamo analisi, elaboriamo teorie critiche, cerchiamo di dare un senso a tutto questo, loro sono già altrove, hanno già superato un altro limite, hanno già generato una nuova, più audace simulazione. E noi, critici, analisti, osservatori, siamo sempre un passo indietro, condannati a rincorrere un sistema che si muove più velocemente della nostra capacità di comprenderlo.
È questo il vero genio dell’Ipnocrazia: ci costringe a usare gli strumenti della razionalità analitica per cercare di afferrare qualcosa che opera deliberatamente oltre i confini della ragione.
Quei confini non sono più il limite che il potere deve rispettare, ma il territorio che trasgredisce in ogni momento per affermare il proprio potere. Ciò che rende questo video così perfettamente rappresentativo del regime ipnocratico non è la sua capacità di convincere - è evidente che non convince nemmeno molti sostenitori di Trump - ma la sua capacità di disorientare, di produrre una frattura cognitiva che lascia il pubblico in uno stato di stordimento.
L’Ipnocrazia, come Xun ha lucidamente teorizzato, trae la sua forza precisamente da questa violazione sistematica di ogni coerenza narrativa. Non ha bisogno di essere credibile; ha bisogno di essere destabilizzante. Il suo obiettivo non è la persuasione ma la disarticolazione del pensiero critico attraverso l’eccesso, l’assurdo, l'oltrepassamento continuo di ogni soglia di plausibilità.
In questo senso, il video di Gaza dorata rappresenta un momento di pura cristallizzazione della logica ipnocratica: il punto in cui il sistema non si preoccupa nemmeno più di mantenere una parvenza di rapporto con la realtà, ma si compiace della propria capacità di sostituirla completamente con un simulacro generato algoritmicamente.
Ciò che rende tutto questo così profondamente inquietante è la rivelazione della struttura fondamentale del potere contemporaneo: un potere che non governa più attraverso la forza o la persuasione, ma attraverso la modulazione algoritmica della percezione.
La vera domanda, allora, non è come interpretare questo video o come rispondervi criticamente. La vera domanda è se sia possibile sviluppare forme di resistenza che non vengano immediatamente riassorbite nella logica ipnocratica - se sia possibile, come suggerisce Xun nelle pagine finali del suo libro, “abitare le crepe” di questo sistema, trovare spazi di inefficienza algoritmica dove qualcosa di autentico possa ancora emergere.
Perché, alla fine, è questo il vero scandalo dell'Ipnocrazia: non tanto che ci mente, ma che ha reso la verità stessa irrilevante, sostituendola con un regime di simulazione permanente dove l'unica cosa che conta è la capacità di generare e mantenere stati alterati di coscienza collettiva.
E in questo, dobbiamo ammetterlo, Trump, Musk e i loro accoliti sono maestri incontestati. La risposta non può essere solo indignazione o critica - deve essere una pratica attiva di quello che Xun definisce "il doppio gioco della coscienza": la capacità di essere simultaneamente dentro e fuori la trance, di partecipare alla simulazione mentre manteniamo la consapevolezza della sua natura costruita.
Questo è esattamente ciò che Xun intende quando scrive: “La vera resistenza all’Ipnocrazia non risiede nel tentativo di smascherare le simulazioni, ma nella capacità di generarle e abitarle come si abita un sogno: con piena consapevolezza della loro natura costruita, e simultanea apertura alla loro verità esperienziale”.
L’unica risposta all’Ipnocrazia non è un risveglio impossibile, ma una forma più profonda e consapevole di sogno lucido collettivo.
Altrimenti non li fermeremo più.
Per introdursi al pensiero di Xun, oltre a Ipnocrazia:
Stefano Mannoni su Xun, qui su Milano Finanza
Pino Corrias su Xun, qui sul Fatto Quotidiano
Marco Gervasoni su Xun, qui su Huffington Post
Pietro Minto su Xun, qui su Il Foglio
Christian Caliandro su Xun, qui su Artribune
Riflessione di Xun per Le Grand Continent (fr), qui
Il 3 marzo alle 21 gli abbonati alla Tlonletter a pagamento potranno partecipare all’incontro su Zoom con Andrea Colamedici, che sarà dedicato a Ipnocrazia. Riceveranno nei prossimi giorni il link.
La settimana scorsa a Venezia c'è stato un incontro con Carlo Ginzburg. A una domanda della organizzatrice, la professoressa Susanna Regazzoni, che lo stimolava riprendendo una sua vecchia intervista in cui aveva dichiarato che la lettura dei romanzi è la cosa più importante per uno storico, si è rivoltato dicendo che non avrebbe più risposto nello stesso modo e che per uno storico è fondamentale la fonte e la prova. Ora, siamo consci che quel mondo - il mondo di Ginzburg - si sta sgretolando, ma da donna che lavora da sempre nel mondo dell'editoria e della letteratura e dei libri in genere, io sono sempre più spaesata perché è vero che la narrazione è sempre più in mano ai potenti (lo è sempre, ma quando i potenti governano la tecnologia, oltre che tutto il resto la lotta è durissima). Perciò chiedo: in che senso questo: "La vera resistenza all’Ipnocrazia non risiede nel tentativo di smascherare le simulazioni, ma nella capacità di generarle e abitarle come si abita un sogno: con piena consapevolezza della loro natura costruita, e simultanea apertura alla loro verità esperienziale"? Davvero dobbiamo preferire il sogno alla verità? Davvero il sogno lucido è l'unica strada? Perché io ho sempre considerato il sogno come un'esperienza individuale, "loro" la stanno facendo diventare un'esperienza collettiva, ma perché governata da un'oligarchia che governa la tecnologia: come possiamo costruire davvero un sogno dal basso e con gli scarsi mezzi che ci restano?
Penso che sia arrivato il momento di sognare utopie e "fare finta" che siano possibili.
Come bambini che giocano, se la raccontano, fino ad arrivare a crederci e agire di conseguenza.
Creiamo un gioco di ruolo collettivo.
Trump ha raccontato storie, visioni del suo futuro, durante tutta la campagna elettorale e non solo. Il pifferaio magico, è riuscito a incantare tutti, ridefinendo il "sogno americano" e continua a farlo!
Ora dobbiamo sognare meglio e in grande. Mostriamo come nel nostro sogno ci sia vero benessere, opportunità per tutti, programmaticità.
Mostriamo un brindisi fra Netanyahu e Hamas, seduti ad una grande tavolata ricca di piatti tipici, circondati da israeliani e palestinesi sorridenti.
Esagero: mostriamo Netanyahu e Hamas che guardano un progetto insieme e danno indicazione agli operai su come procedere con i lavori di ricostruzione.
Mettiamo in crisi gli algoritmi, condividiamo i nostri sogni. Giochiamo ad un futuro migliore.