Suonare il violino mentre il Titanic affonda
Filosofia di Gruppo (e calendario incontri, e consigli di visione e lettura). Dove scegliamo quando vederci e vi racconto quel che si farà
Ehilà, per il calendario dei nostri prossimi incontri e i consigli, a fondo pagina. Invece, per quel che riguarda Filosofia di Gruppo, ossia gli incontri su Zoom una volta al mese riservati a chi è abbonato alla Tlonletter a pagamento, ecco, il ciclo sarà dedicato a:
Suonare il violino mentre il Titanic affonda.
Bel titolo, eh? Spiego.
Ossia: come si fa a mantenere la concentrazione, la costanza, la progressione necessaria per un apprendimento complesso mentre tutto intorno collassa e si sfascia? Come gestire l’apparente assurdità di dedicarsi a un percorso a lungo termine quando il futuro non c’è?
Ecco, la questione è potente e tocca diversi livelli:
C’è un livello psicologico ed emotivo immediato: come gestire l’ansia derivante dalla consapevolezza della crisi? Come non farsi paralizzare dal senso di futilità?
Come resistere alla tentazione di abbandonarsi solo all’immediato, quando il domani appare così incerto?
Metto le mani avanti, e anche un po’ tutto il resto: io non lo so mica. Però ogni tanto, non spesso ma ogni tanto, mi viene bene. E l’ecoansia, la guerransia, la sensoansia, la morteansia, passano un po’.
C’è, lì a fianco, un livello pratico: come organizzare tempo ed energie tra la necessità di rispondere alle emergenze quotidiane e il desiderio di costruire qualcosa di duraturo? Come mantenere una routine di apprendimento quando tutto intorno richiede attenzione immediata?
C’è anche un bel livello esistenziale: che senso ha investire in un percorso di lungo termine in un mondo che sembra avere il fiato corto? Non è forse una forma di negazione della realtà? Di illusione? Spoiler: sì, e va benissimo così.
Lo dice bene Leopardi in questa paginetta dello Zibaldone:
Che sta a di’ Giacomino? Che quando la ragione trionfa completamente e le illusioni (ideali, passioni, slanci, violini) vengono spente, non otteniamo una società più civile ma una nuova forma di barbarie.
Perché? Perché l’essere umano illuminato solo dalla ragione abbandona tutto ciò che è vano (gloria, amore per la patria, libertà) per perseguire unicamente il proprio utile materiale. Diventa necessariamente egoista, calcolatore, incapace di sacrificarsi per qualcosa che vada oltre il proprio interesse immediato. La civiltà moderna, livellando tutto e perseguitando la singolarità, non eleva ma disperde. Risultato? Un mondo di ragionatori che produce una perfetta barbarie. (Ogni riferimento al miliardo al metro quadro che occupava la sala in cui The Donald ha preso in mano gli USA qualche giorno fa è non del tutto casuale).
La conclusione del Jack Leopards italiano è paradossale ma illuminante: contro questa barbarie della pura ragione, l'unica difesa è la natura - se seguita per bene. Ossia, non un processo puramente razionale o utilitaristico ma un gesto costante che richieda una sconveniente pazienza, associata a una dedizione che sappia andare al di là del calcolo costi/benefici, con un bel po’ di capacità di perdere tempo in modo apparentemente improduttivo.
È proprio questo tipo di attività - inutile secondo la pura ragione - che può salvarci dalla barbarie del calcolo, dell’efficienza a tutti i costi, dell’ottimizzazione continua.
Torniamo alla frase Suonare il violino mentre il Titanic affonda, che la deviazione leopardiana è stata lunghina piuttosto e anzichenò, come direbbe l’amico di Dylan Dog, Lord H.G. Wells.
C’è poi un - non secondario - livello politico: come bilanciare la cura di sé, lo sviluppo personale, con l’impegno collettivo che le crisi richiederebbero? Non c’è il rischio che il suonare il violino diventi una forma di disimpegno, di fuga dalla responsabilità sociale?
E, infine, c’è un livello filosofico che riguarda il senso stesso dell'apprendere: imparare non come preparazione al futuro ma come forma di presenza intensificata nel presente. Imparare come modo di abitare. In particolare, imparare come modo di abitare la crisi. Ecco.
«Gentlemen, it has been a privilege playing with you, tonight».
Titanic (1997)
La questione diventa, quindi: come trasformare l’apparente assurdità di questo apprendimento “fuori tempo” in una nuova forma di, diciamo così, saggezza, adatta a un mondo che sta perdendo le sue certezze? Come fare dell’apprendimento non più solo un mezzo per raggiungere un fine ma una forma di resistenza esistenziale, un modo di rimanere in qualche modo umani anche - e soprattutto - quando l’umano sembra esser(si) messo radicalmente in questione?
Insomma, tante domande. Troppe? Troppe, troppe. Vabbè, che ci possiamo fare.
Almeno ce le poniamo insieme, su Zoom. Poi si vedrà.
Intanto il focus specifico di questo primo incontro sarà Memento Mori, come già anticipato.
Gli abbonati riceveranno via mail il link per collegarsi una volta chiuso il sondaggio (sabato 25). La registrazione dell’incontro sarà disponibile in podcast qui, solo per la privilegiata élite dei violinisti del Titanic degli abbonati.
Calendario
Venerdì 24 gennaio, ore 20.30 all’auditorium Arcangelo Corelli di Fusignano (RA), saremo insieme per un incontro dal titolo Essere adolescenti nella società della performance. Ingresso libero, info qui.
Domenica 26 gennaio, ore 10.30 al Cimitero acattolico di Roma, Andrea conduce il secondo incontro del ciclo Memento Mori. Attraversare il giardino. Tutto pieno, salvo defezioni. Info qui.
Domenica 26 gennaio, ore 18.30 da Spazio Sette, Roma, Andrea presenta Ipnocrazia di Jianwei Xun, con Giorgiomaria Cornelio, Luna Bianchi, Nicola Zamperini, Francesco Marino. Info qui.
Lunedì 27 gennaio, ore 21.30, Andrea sarà a Roma da Scena Social Club con Niccolò Fettarappa e Lorenzo Maragoni per Contro il talento. Una conversazione incendiaria dedicata a chi odia il proprio lavoro ma soprattutto a chi crede di amarlo. Tutto pieno, salvo defezioni. Info qui.
Ci vediamo già suonati.
Consigli
Da leggere (e sentire)
L’audiolibro di Chiudo la porta e urlo (Mondadori), romanzo di Paolo Nori, è da poco uscito su Storytel ed è una delle esperienze d’ascolto più belle che ci sia mai capitato di fare. Nori legge bene quanto scrive, e scrive di un bene, ma di un bene…
Il libro è una dichiarazione d’amore per l’intensità, e per la disperazione e la gioia d’esistere, e per la letteratura, in particolare quella russa e quella di Sant’Arcangelo di Romagna, e ancor più in particolare per Raffaello Baldini, di cui agevoliamo un componimento.
Non lo so
Invece io è un po’ che prego, di notte
quando mi sveglio, che sono lì, che non riprendo sonno,
è la vecchiaia? non lo so, è la paura?
prego, e mi pare di sentire dentro, non lo so,
come se non fossi solo, non so, come se,
sono cose che è difficile, dico così,
ma non so nemmeno se ci credo o non ci credo.
Da ascoltare
Punto di vista, Emma Nolde ft. Niccolò Fabi.
Scrive Emma Nolde:
Niccolò arriva in studio, ci raggiunge Andrea Beninati, prende il suo violoncello, Alberto Camanni e Andrea Pachetti premono rec e questo è quello che è uscito. Lo trovate su youtube tutto per intero.
Mentre scrivo, oggi, sono con Niccolò e abbiamo appena iniziato le registrazioni del suo nuovo disco, mi ha voluto con sé per questo nuovo viaggio, per questa nuova lotta. Combatteremo insieme, fianco a fianco, per far ascoltare la versione migliore delle sue canzoni.
Ti voglio bene Nic, è solo l'inizio, grazie.
Quanto a magia musicale Emma Nolde sta a Niccolò Fabi come Lisa Hannigan sta a Damien Rice?
L’hai detto tu.
E quando saremo in alto
Mentre vedremo tutto
Le macchine che si rincorrono
Le persone che si camminano addosso
E sarà bello rendersi conto
Che siamo soltanto
Qui di passaggio e ha più senso
Fidarsi del vento, senti che bello
Per una volta sentirsi un granello di sabbia
Invece, per recuperare il podcast che abbiamo fatto con Niccolò Fabi, che è una lunga (e, parrebbe, bella) chiacchierata in dieci puntate sulla sua discografia, vai qui, su RaiPlay Sound.
Per questa volta è tutto.
A presto :-)
Che meraviglia..... quanti spunti, riflessioni, quanta vita! Vi amo 🥰🥰
Mamma mia l'ascolto della canzone... Cosa smuove... Grazie, l'avevo persa imperdonabilmente...