Quando è stata l’ultima volta che vi siete sentiti davvero spaesati, come se il terreno sotto i vostri piedi fosse improvvisamente scomparso?
«Socrate dava a tutti l'impressione di essere strano ed eccentrico. I suoi discorsi, i suoi gesti, le sue abitudini si discostavano dal senso comune e dalle pratiche per lo più condivise. A chi assomigliava? Sembrava che non vi fossero precedenti o confronti per inquadrarne la figura. Appariva del tutto singolare e, quando tale singolarità infastidiva, lo si tacciava di patente assurdità. In mancanza di altri termini si diceva che era átopos. Il che non costituiva una definizione, ma denunciava l'impossibilità stessa di definire: átopos voleva dire, letteralmente, “senza luogo”, “senza collocazione”, ed era l'aggettivo che si usava per tutto ciò che non si sapeva dove mettere e come classificare. Per tutto ciò che risultava, appunto, stravagante, inopportuno o sconveniente.
Quella stranezza, quell'eccentricità produceva un effetto altrettanto singolare. Faceva battere il cuore, sussultare l’anima. Dava le vertigini. Chi lo ascoltava aveva la sensazione che la testa prendesse vorticosamente a girare. Chi dialogava con lui finiva, a un certo punto, per trovarsi smarrito e interdetto. Non riusciva più a capire dove fosse e che cosa stesse facendo. Come se si trovasse, di colpo, sospeso nel vuoto o immerso nel buio. Come se i piedi non avessero più su che poggiare, né gli occhi alcun oggetto cui volgersi.
Spaesamento e vertigine sono forse l’unico modo per dissolvere il velo di presunte certezze e uscire dalla fittizia rassicurazione di ogni casella con cui si è avvezzi a intendere se stessi e la realtà. La sapienza è pratica di atopía, pratica che toglie dal luogo in cui ci si è posti e con cui ci si identifica affinché un altro e insospettato panorama si apra allo sguardo. Occorre essere senza luogo per poter vedere infine tutti i luoghi e insieme ciò che li trascende. Occorre che manchi la terra sotto i piedi per poter scoprire a cosa davvero sostenersi»1.
Come praticare quello spaesamento? Come farsi mancare per bene la terra sotto i piedi? Come possiamo trasformare il disorientamento in apertura verso dimensioni inespresse di noi stessi?
Ne parliamo insieme lunedì 30 giugno alle 21 durante Filosofia di Gruppo. Stavolta avremo un ospite a dialogare con noi: Davide Susanetti, professore di Letteratura greca all’Università degli Studi di Padova che si occupa di teatro antico, filosofia greca e tradizioni esoteriche.
Qui la registrazione dell’incontro: