Come battere (davvero) Trump vestiti da polli, rane e dinosauri
La gioia radicale contro il potere sovrano
Che la realtà sia assurda è abbastanza evidente da un po’. Ma che sia anche molto, molto ironica lo si evince dal fatto che, mentre ieri mattina in Francia sono stati rubati al Louvre i gioielli di Napoleone, negli Stati Uniti milioni di persone siano scese in piazza urlando “No Kings” contro Donald Trump e sodali.
I gioielli nuovi dell’imperatore
Lo stesso giorno in cui qualcuno compie un furto clamoroso dei segni del potere di Napoleone, qualcun altro protesta in massa contro i nuovi imperatori.
Ora, in questo caso io proverei a seguire il buon Jodorowsky, che suggeriva di non limitarsi a interpretare i sogni con i canoni della realtà ma di provare a interpretare la realtà con i canoni del sogno.
Anche perché, fatto ancor più gustoso, i ladri durante il furto si sono persi per strada la corona dell’imperatrice Eugenia.
E nel frattempo, dall’altra parte dell’Atlantico, Trump ha pubblicato un video generato dall’IA in cui, con la corona in testa, da un aereo in volo sgancia immense defecazioni sulla folla in protesta.
Se tutto questo fosse un sogno sarebbe qui, io credo, a indicarci il fatto che siamo scissi tra il culto delle monarchie e il loro rigetto viscerale.
Che in questo momento storico complesso e confuso è in atto una tensione profonda tra il desiderio di ordine simbolico (le corone, i musei, l’imperatore), di senso calato dall’alto, di cessione di responsabilità, e il bisogno di libertà e autodeterminazione dei popoli.
E questa, forse, è la realtà che si traveste da sogno per dirci che è giunto il momento di provare a riscriverne il copione.
Chi sembra aver capito di star giocando a un gioco onirico è Donald Trump, che infatti opera continuamente nella dimensione del mito, del simbolo e del meme. Quel video è un atto di psicomagia trumpiana. È lui che dice: “Sì, sono il vostro re, e il re ha il diritto di umiliarvi, di cacarvi addosso, di mostrarvi che il potere sovrano è anche e soprattutto il potere di violare ogni regola del decoro”. Finché continueremo a combattere sul piano razionale chi opera sul piano simbolico, continueremo a perdere. Trump ha trasformato la politica in linguaggio psichico perché ha capito che la battaglia decisiva si combatte nell’immaginario collettivo. Dove un re con la corona che defeca sulla vibrante protesta è un’immagine di potere primordiale che nessuno slogan democratico potrà mai scalfire.
Qualcuno, però. ha capito come cominciare a contrastare tutto questo: eccoli qui in tutta la loro meraviglia.
La nuova resistenza
La storia comincia a Portland, in Oregon, nelle proteste contro l’Immigration and Customs Enforcement, dove a un manifestante vestito da rana gonfiabile viene spruzzato dello spray al peperoncino da un agente federale direttamente nella presa d’aria del costume. Il video diventa virale e innesca qualcosa di inaspettato: invece di scoraggiare l’idea di scendere in piazza scatena una moltiplicazione di rane, dinosauri, unicorni, polli, squali, mucche che invadono le proteste in tutto il paese.
Nasce così Operation Inflation, un’organizzazione che distribuisce costumi gonfiabili gratuitamente ai manifestanti e li spedisce a Chicago, New York, Los Angeles e ovunque ce ne sia bisogno. I costumi gonfiabili sono una strategia simbolica profondamente consapevole, forse l’unica vera risposta efficace insieme alla Global Sumud Flottilla che l’opposizione al Trumpismo e all’ipnocrazia abbia finora escogitato sul piano dell’immaginario collettivo.
Il motto di Operation Inflation è straordinario nella sua semplicità e precisione strategica:
The greatest act of resistance in the face of darkness is radical joy.
Ossia: il più grande atto di resistenza di fronte all’oscurità è la gioia radicale. E qui sta il punto fondamentale che sfugge a chiunque pensi che queste proteste siano solo goliardiche o superficiali. I manifestanti hanno capito che la battaglia decisiva si combatte nell’immaginario, e che bisogna operare sul piano simbolico con la stessa consapevolezza con cui Trump lo fa, ma ribaltandone completamente il registro.
Brooks Brown, uno degli organizzatori di Operation Inflation e streamer per il canale YouTube Quarantine Collective, lo spiega con grande lucidità: nelle proteste tradizionali, i manifestanti si presentano con equipaggiamento protettivo, preparati per i gas lacrimogeni e gli scontri fisici. Le forze dell’ordine arrivano ancora più armate e corazzate, e si innesca un circolo vizioso in cui si crea una profezia che si autoavvera. Ma se a un ufficiale federale in assetto antisommossa si presenta davanti un dinosauro gonfiabile che saltella o un unicorno che balla, o una rana gigante che sventola gioiosa la bandiera americana, l’intera narrazione dei “manifestanti cattivi” crolla.
«È davvero difficile definire “zona di guerra” quando quello che vedi è una festa di quartiere con gente in costume di Halloween», dice un manifestante di Los Angeles. Un altro aggiunge: «Stanno cercando di invocare l’Insurrection Act contro Barney il Dinosauro e SpongeBob?».
Questo è lo stesso tipo di psicomagia usato da Trump, ma ribaltata. Mentre The Donald usa l’immagine del re che defeca sulla folla per affermare il suo potere di umiliare e violare ogni norma, i manifestanti usano l’innocenza grottesca dei costumi gonfiabili per esporre quanto la violenza del potere sia ridicola e sproporzionata. Stanno creando immagini che rendono visibile l’assurdità della situazione: agenti federali armati fino ai denti che affrontano creature da cartone animato, pacifiche e buffe. Immagini che parlano da sola, senza bisogno di discorsi.
Trump e i suoi alleati hanno bisogno che l’opposizione sia violenta, minacciosa, spaventosa, perché questo giustifica la repressione e alimenta la narrazione del caos da cui solo un sovrano forte può salvare il paese. Ma come si reprime con violenza un pollo gonfiabile? Come si militarizza una risposta contro un’aquila o un procione con un cartello che dice “Trash the Fash”, butta il fasista? L’immagine della repressione diventa grottesca, perde ogni legittimità simbolica, ed espone il potere come ciò che è: brutale, sproporzionato, ridicolo nella sua paranoia.
Mentre Trump opera nell’immaginario di Crono, del padre arcaico che può violare ogni regola, dell’imperatore che può letteralmente defecare sulla plebe, i manifestanti in costumi gonfiabili operano in quello della gioia irriducibile, dell’innocenza che si rifiuta di farsi corrompere, della vita che persiste nonostante tutto.
Il potere della Rana
Guardando l’immagine qui sopra, poi, si nota un fatto non banale: i costumi gonfiabili non sono solo dolcissimi; sono anche profondamente perturbanti, unheimlich nel senso più preciso che Freud dava al termine: qualcosa di familiare ma straniante.
Con i costumi da rana i partecipanti stanno compiendo anche un gesto di riappropriazione di Pepe the Frog, in un atto di guerra semiotica consapevole e sofisticato.
Pepe the Frog, originariamente un personaggio innocuo del fumetto Boy’s Club di Matt Furie del 2005, è diventato uno dei simboli più riconoscibili della cultura online trumpiana e dei movimenti di estrema destra. È stato usato durante la campagna elettorale di Trump del 2016 ed è diventato un’icona del trolling politico di destra, dell’ironia cinica, del nichilismo reazionario online.
Come spiega Gary Lachman in La Stella Nera. Magia e Potere nell’era di Trump, Pepe the frog è “una svastica anfibia postmoderna” che incarna “il troll definitivo” e rappresenta “una profonda convinzione, che aleggia nella comunità alt-right, secondo cui attraverso i meme sia possibile influenzare direttamente la realtà fuori dal web, realizzando i propri desideri e le proprie convinzioni”.
Quando i manifestanti di Portland scelgono la rana come costume gonfiabile per le loro proteste anti-Trump, stanno compiendo un atto di détournement situazionista, strappando un simbolo dalle mani di chi lo aveva weaponizzato per fini opposti. La rana, da simbolo dell’ironia cinica e del trolling fascistoide, diventa simbolo della gioia radicale e della resistenza non violenta. Da meme effimero dell’odio online diventa corpo fisico, gonfiabile, vulnerabile, presente nelle piazze.
Questo confonde e destabilizza i sostenitori di Trump, che vedono “il loro” simbolo usato in modo completamente opposto. E dimostra che i simboli non appartengono definitivamente a nessuno, e possono essere ripresi, ribaltati, trasformati e ritrasformati.
Matt Furie, il creatore originale di Pepe, ha passato anni a cercare di riprendersi il suo personaggio dall’alt-right con scarso successo. I manifestanti di Portland potrebbero essere riusciti dove lui aveva fallito attraverso un gesto di psicomagia collettiva. Se l’alt-right ha creduto di poter fare della “meme magic” portando Trump alla presidenza attraverso l’uso di Pepe come talismano digitale, i manifestanti stanno usando Pepe gonfiabile come contro-talismano fisico per esorcizzare quel potere.
È magia contro magia, incantesimo contro incantesimo.
Il potere del perturbante e dell’ambiguo
Un dinosauro gonfiabile, un unicorno, una rana gigante sono figure che appartengono all’immaginario infantile, al mondo dei cartoni animati, delle feste di compleanno. Ma sono anche figure perturbanti che destabilizzano la realtà. Quando un agente federale in assetto antisommossa si trova davanti una rana gonfiabile alta due metri che sventola una bandiera americana, non sa più bene in che tipo di realtà si trova. È ancora una manifestazione politica seria o è scivolato dentro un film di David Lynch? È ancora un teatro di guerra urbana o è a una festa di carnevale impazzita?
«E se il Cute non fosse soltanto qualcosa di impotente e innocente ma giocasse, si divertisse, ironizzasse sul valore che attribuiamo al potere e sui nostri assunti riguardo a chi detiene il potere e chi no?», si domandava a proposito Simon May nel libro Carino. Il potere inquietante delle cose adorabili.
Questa ambiguità è fondamentale. Le creature gonfiabili non permettono a nessuno di starsene tranquillo nella propria narrazione. Trump vuole dipingere Portland come una zona di guerra, e i manifestanti come terroristi violenti. Ma come si fa a sostenere questa narrazione quando le immagini mostrano degli agenti armati che attaccano Pikachu? La sproporzione diventa grottesca e questa dimensione altra, questo spazio perturbante, è precisamente lo spazio del potere simbolico più profondo. Le creature gonfiabili operano esattamente come operano le figure del folklore, dei miti, delle fiabe: sono simultaneamente innocue e minacciose, familiari e aliene, ridicole e terribili. Sono trickster, figure liminali che attraversano i confini e aprono un terzo spazio di ambiguità radicale dove le certezze del potere vacillano.
Trump può defecare sulla folla dall’alto della sua torre dorata, ma quando le sue vittime si trasformano in creature da cartoon gonfiabili non riesce più a colpire nulla di solido. È come cercare di colpire un sogno, un’immagine che sfugge, che si trasforma, che ride mentre tu cerchi di umiliarla.
In un momento storico in cui la battaglia decisiva si combatte nell’immaginario collettivo, nella capacità di definire quale narrazione della realtà prevarrà, le creature gonfiabili sono perfette proprio perché sono simultaneamente troppo innocenti per essere combattute con violenza legittima, e troppo stranianti per essere semplicemente ignorate.
Trump dice: “Io sono il re, e il re può umiliarvi”. I manifestanti rispondono: “Tu non sei il nostro re, perché noi siamo rane, dinosauri, unicorni, creature di un altro mondo fantastico che non riconosce la tua autorità”. È un rifiuto ontologico, non politico. Non stanno discutendo con Trump sulla legittimità del suo potere secondo i principi democratici. Stanno semplicemente incarnando un’altra realtà, un’altra possibilità di essere nel mondo. E questo, sul piano simbolico, è molto più potente di mille argomentazioni razionali.
Il Portland Chicken, uno dei manifestanti più famosi, racconta di aver iniziato con l’acronimo TACO Trump, “Trump Always Chickens Out”, Trump se la dà sempre a gambe, per la prima protesta No Kings. Portland ha una lunga tradizione di proteste teatrali e non violente, dal famoso World Naked Bike Ride al Wall of Moms durante le proteste per George Floyd. Come nota uno degli organizzatori, è difficile immaginare un manifestante meno minaccioso di un ciclista visibilmente disarmato e completamente nudo. Più il manifestante è vulnerabile, innocente, disarmato, più la violenza del potere diventa evidente e insopportabile da guardare.
La realtà sta diventando sempre più onirica, sempre più simbolica, e chi vincerà non sarà chi avrà ragione nel senso tradizionale del termine, ma chi saprà parlare il linguaggio dei sogni. Trump ha capito come parlare al bisogno arcaico di un sovrano, di un padre terribile che promette ordine attraverso la dominazione. I manifestanti in costumi gonfiabili hanno capito come rispondere con un contro-immaginario altrettanto potente: quello della gioia che resiste, della vita che si rifiuta di piegarsi, dell’innocenza che espone la brutalità del potere semplicemente continuando a esistere, a ballare, a essere buffa e irriducibile.
Serve un’altra immagine del mondo, un’altra possibilità di stare insieme, un’altra idea di cosa significhi essere umani in questo momento storico. E quella possibilità, in questo momento, è incarnata da rane gonfiabili che sventolano bandiere americane mentre agenti federali in armatura li riempiono di spray al peperoncino. L’immagine è così assurda, così grottesca nella sua sproporzione, che diventa immediatamente chiaro chi sta dalla parte della vita e chi dalla parte della morte, chi ama la libertà e chi pratica l’oppressione.
C’è una rete di persone che ha capito perfettamente il gioco, e ha iniziato a giocare con regole diverse, su un altro campo, con altre creature.
Insomma, se presto mi vedrete andare in giro vestito da pollo, ora sapete perché. Non lasciatemi solo, per favore.
Grazie Andrea per farci dono di questa tua soprendente capacità di lettura di ciò che accade intorno a noi❤️
Non sei solo! Prossimo acquisto un costume da pollo!
zoologia della meraviglia! Insieme al costume da efelante rosa, porto gli strumenti per suonare in manifestazione :D