Grazie Andrea. Pensavo di avere le idee abbastanza chiare sulla questione, ma il tuo post mi ha costretto a ripensarci, e ora ho molti più dubbi. Come sarebbe bello poterne discutere a voce !
Mi piace questo approccio "a latere". Mi piacerebbe tuttavia che fosse definito cosa si intende per "insignificanza" o "irrilevanza".Molti intellettuali europei sottovalutano il loro continente. Se vogliamo metterla sul "filosofico", sottovalutano il portato della cultura loro propria, che discende direttamente dai Greci antichi, e che consiste nella capacità di guardarsi allo specchio, auto-criticarsi e correggersi. Ma si vedano anche i dati bruti su quanto e come il nostro continente sia "forte" dal punto di vista puramente economico.
Uscendo dalle astrazioni, da materialista quale sono, nella mia modestissima opinione, quello che scaturisce dalle penne dei convertiti alla guerra non è altro che il riflesso della paura di perdere il privilegio dei ricchi. Si muove l'Europa al riarmo per insistere nel difendere un sistema neo-liberale che ha bisogno che l'industria torni a produrre, il PIL a salire, le borse a volare. E infatti, contemporaneamente, si continuano a respingere coloro che vorrebbero partecipare al banchetto. Insomma, quelle penne sono al servizio di narrative che nascondono un semplice problema: la produzione industriale in affanno.
L'Europa è senza bussola… stanno emergendo tutte le difficoltà e le contraddizioni che, da sempre, hanno impedito la costruzione di un'identità europea al di là di quella economica. Mi viene spontaneo ricorrere alla consumata immagine de 'Il re è nudo'. Trump, con la sua brutalità, ci ha costretto a confrontarci con le nostre incompiutezze. Oserei dire: finalmente!
Andrea, grazie per questo articolo, che indica una direzione e offre spunti di riflessione per evitare il fascino della guerra come via d'uscita dal torpore in cui siamo caduti da decenni.
Grazie Andrea. Pensavo di avere le idee abbastanza chiare sulla questione, ma il tuo post mi ha costretto a ripensarci, e ora ho molti più dubbi. Come sarebbe bello poterne discutere a voce !
Mi piace questo approccio "a latere". Mi piacerebbe tuttavia che fosse definito cosa si intende per "insignificanza" o "irrilevanza".Molti intellettuali europei sottovalutano il loro continente. Se vogliamo metterla sul "filosofico", sottovalutano il portato della cultura loro propria, che discende direttamente dai Greci antichi, e che consiste nella capacità di guardarsi allo specchio, auto-criticarsi e correggersi. Ma si vedano anche i dati bruti su quanto e come il nostro continente sia "forte" dal punto di vista puramente economico.
Uscendo dalle astrazioni, da materialista quale sono, nella mia modestissima opinione, quello che scaturisce dalle penne dei convertiti alla guerra non è altro che il riflesso della paura di perdere il privilegio dei ricchi. Si muove l'Europa al riarmo per insistere nel difendere un sistema neo-liberale che ha bisogno che l'industria torni a produrre, il PIL a salire, le borse a volare. E infatti, contemporaneamente, si continuano a respingere coloro che vorrebbero partecipare al banchetto. Insomma, quelle penne sono al servizio di narrative che nascondono un semplice problema: la produzione industriale in affanno.
L'Europa è senza bussola… stanno emergendo tutte le difficoltà e le contraddizioni che, da sempre, hanno impedito la costruzione di un'identità europea al di là di quella economica. Mi viene spontaneo ricorrere alla consumata immagine de 'Il re è nudo'. Trump, con la sua brutalità, ci ha costretto a confrontarci con le nostre incompiutezze. Oserei dire: finalmente!
Andrea, grazie per questo articolo, che indica una direzione e offre spunti di riflessione per evitare il fascino della guerra come via d'uscita dal torpore in cui siamo caduti da decenni.
Franco Berardi Bifo scrive da tempo che questa è l'epoca della Diserzione.
Docreste dialogare insieme poiché c'è una qualche affinità tra di voi che potrebbe dare frutti.
https://www.youtube.com/watch?v=Hzqp7NK7HPc
Grazie Andrea: conoscevo già questo dialogo che risale a 2023 e, paradossalmente, sembra vecchio, superato dagli eventi e dalle emergenze. Purtroppo.
Il caso ha voluto che lui mi abbia scritto qualche minuto dopo il tuo messaggio, dopo aver letto questo pezzo. Bisogna dialogare, sì.